ATRI – “Nel Consiglio regionale di domani presenterò un atto ufficiale, ovvero una risoluzione, sulla delicata questione del punto nascita dell’ospedale di Atri, che rappresenta il fondamentale punto di riferimento sanitario di un’area vasta in cui vivono oltre 150mila persone e che si estende dalla costa fino all’hinterland, collocato in una posizione strategica anche rispetto ai centri della vallata del Fino“. Lo afferma il Vice Presidente del Consiglio regionale Paolo Gatti. “Come è noto – spiega Gatti – una decisione della Conferenza Stato-Regioni imporrebbe di chiudere quei punti nascita che non superano le 500 nascite nell’arco di un anno. Il punto nascite dell’ospedale San Liberatore di Atri ha registrato 490 nascite nell’anno 2013, con una media nell’ultimo quinquennio di 514 parti. Questo servizio rischierebbe, conseguentemente, di essere soppresso dalla Regione, in virtù del percorso di razionalizzazione del servizio sanitario abruzzese, con l’applicazione di parametri quantomeno schematici, che affiderebbero il destino di una struttura efficiente e altamente qualificata, come nel caso della struttura di Atri, a tabelle e statistiche che non tengono in alcun modo conto del contesto reale e del rapporto di necessità tra la struttura e il bacino di utenza. La chiusura del punto nascita – continua il Vice Presidente – avrebbe inoltre, nel tempo, ripercussioni negative anche sul reparto di pediatria. Proporrò pertanto, nella risoluzione, che il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore delegato in materia intervengano tempestivamente per scongiurare la chiusura del punto nascita dell’Ospedale San Liberatore di Atri, evitando così di penalizzare, a causa di un dato numerico puramente ragioneristico e risicato, sia i cittadini del comprensorio, che i lavoratori di una struttura collocata in posizione strategica, con l’impegno di istituire un tavolo di confronto con i soggetti istituzionali interessati in rappresentanza del territorio”.
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Sanità, i vertici della Regione si incontrano sabato all’Auditorium
ATRI – Tutto pronto per l’incontro promosso dal consigliere regionale Luciano Monticelli per parlare assieme ai vertici della Regione Abruzzo di sanità e, più nello specifico, del destino dell’ospedale San Liberatore, il cui futuro sembra essere sempre più incerto dopo la notizia secondo la quale anche il punto nascita del nosocomio della città ducale sarebbe a rischio chiusura.
All’assemblea pubblica, in programma per sabato 13 settembre alle ore 17.00 presso l’auditorium Sant’Agostino di corso Adriano, prenderanno parte Luciano D’Alfonso, presidente della Regione Abruzzo, gli assessori regionali Silvio Paolucci e Dino Pepe, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Sandro Mariani, l’onorevole Tommaso Ginoble, Mario Oliveri, consigliere regionale e presidente della Commissione Sanità, il segretario provinciale del Pd teramano Gabriele Minosse, il consigliere comunale del Pd di Atri Alfonso Prosperi e Gianni De Galitiis, segretario del Pd atriano.
“Sarà l’occasione – commenta in merito il promotore dell’iniziativa Monticelli – per confrontarsi assieme a territorio e cittadini su quali saranno le decisioni e le strade da intraprendere in merito al futuro del San Liberatore e, più in generale, della sanità regionale. Purtroppo in questi ultimi anni abbiamo pagato il caro prezzo di una situazione pesante, che oggi ci troviamo a ereditare dalla politica precedente, ma occorre cercare delle alternative che consentano di salvare un ospedale importante e strategico com’è quello della città di Atri”.
Il riferimento è alla chiusura del punto nascita decisa dal Centro Percorso Nascita regionale, che ha recepito le linee guida del piano Fazio e che si aggiunge in questo modo al già lungo elenco di smantellamenti e riduzioni che il nosocomio atriano ha dovuto subire nel corso degli ultimi anni.
“Cercheremo di riparare quanto danneggiato finora – continua Monticelli – Quella del punto nascita è l’ennesima penalizzazione determinata dalle responsabilità di chi ci ha preceduto che, a differenza di quanto fatto per presidi come Sant’Omero, sebbene abbia investito in tecniche come il ‘parto indolore’ non si è mai adoperato affinché questa realtà si attivasse seriamente, impedendo al San Liberatore di raggiunge la quota di nascite necessaria a evitare la chiusura e abbandonando a se stesso un reparto che si è sempre distinto per eccellenza”.
Da qui la determinazione di Luciano Monticelli che, intenzionato a portare avanti la sua battaglia per salvare il nosocomio atriano, ha convocato l’assemblea pubblica del 13 settembre, durante la quale i vertici della Regione Abruzzo potranno condividere con la cittadinanza quello che sarà il destino della sanità abruzzese.
“E’ un percorso lungo – conclude il consigliere regionale – ma noi amministratori abbiamo il dovere di risolvere questo problema. Qualche battaglia va pur fatta e noi ce la metteremo tutta”.
Ospedale San Liberatore, venerdì assemblea pubblica

ATRI – Venerdì 5 settembre 2014 alle ore 18,30, presso l’Auditorium Sant’Agostino di Atri, si terrà un’Assemblea Pubblica indetta dal Comitato Spontaneo Cittadino “Il San Liberatore non si tocca” e dal “Comitato Difesa Ospedale Atri”, al fine di dare la parola ai cittadini e agli operatori sanitari riguardo alla situazione in cui si trova e sul possibile destino dell’Ospedale San Liberatore di Atri, con particolare riferimento all’attualità della paventata chiusura del punto nascita che, a caduta, potrebbe provocare la perdita e/o il ridimensionamento di altri reparti, quali ad esempio Ginecologia, Pediatria, Rianimazione, Chirurgia e altri.
Per una volta saranno i politici a dover ascoltare i cittadini, non saranno concesse loro ulteriori passerelle; un’occasione per far sentire la propria voce e la propria forza, come già avvenuto tre anni fa quando vennero portate alla luce queste problematiche. Il ridimensionamento del nosocomio atriano è partito qualche anno fa, col Piano Sanitario Regionale 2007/2010 della Giunta Del Turco, in parte rivisitato e in parte attuato e applicato dalla Giunta Chiodi, che ora potrebbe essere portato a compimento dagli attuali amministratori.
A margine dell’Assemblea sarà stilato il documento in cui saranno presenti le richieste irrevocabili dei cittadini e del territorio, con proposte per la risoluzione delle problematiche, che sarà oggetto di una raccolta firme e poi consegnato agli Amministratori Locali e Regionali.
Mirco Vannucci scende in campo in difesa del Centro di Neonatologia di Atri
ATRI – “Faccio un accorato appello al Presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, affinché si riparta da codesto reparto di eccellenza per puntare ad una sanità che sia sempre migliore e sempre più fruibile per tutti gli abruzzesi”. Mirco Vannucci rivolge un invito al Governatore, auspicandosi che il Centro di Neonatologia dell’Ospedale di Atri nel quale, in questi giorni, è nata la sua primogenita Azzurra, non debba presto chiudere i battenti, eventualità purtroppo da non escludere.
“In queste ultime settimane ho avuto la fortuna di frequentare il Centro di Neonatologia dell’Ospedale “San Liberatore” di Atri dove mia moglie ha dato alla luce la nostra prima figlia e ho potuto apprezzare la professionalità, la disponibilità, ma soprattutto la grande umanità di tutti, dal personale medico, a quello infermieristico, fino alle ostetriche ed alle puericultrici”, sottolinea l’Assessore al Personale, allo Sport ed ai Servizi demografici del Comune di Roseto, che poi insiste nel sottolineare l’alta efficienza del reparto ospedaliero atriano.
“Nel lasso di tempo in cui io e mia moglie abbiamo frequentato il Centro abbiamo potuto parlar e confrontarci con tanti altri genitori e mai, da nessuno, abbiamo sentito una singola parola di lamentela o di biasimo verso il personale o la struttura, anzi, da più parti abbiamo avvertito grande apprezzamento per il lavoro svolto e la convinzione di trovarsi dinanzi ad un ottimo reparto ospedaliero“, sostiene Vannucci, che poi conclude.
“Il mio personale auspicio è che in nessun modo un Centro d’eccellenza del genere venga chiuso per una mera politica di risparmio fittizio che, tra le altre cose, non porta alcun vantaggio né in termini economici né sociali, visto che lascerebbe scoperta una fetta importante della provincia di Teramo”.
Ospedale, Monticelli convoca un’assemblea pubblica con Luciano D’Alfonso
ATRI – Non si ferma Luciano Monticelli nella sua battaglia in difesa dell’ospedale San Liberatore di Atri. Dopo le recenti notizie secondo le quali anche il punto nascita del nosocomio della città ducale sarebbe a rischio chiusura, il consigliere regionale ha infatti deciso di convocare un’assemblea pubblica alla quale chiederà al presidente Luciano D’Alfonso e all’assessore Silvio Paolucci di partecipare.
“E’ necessario un confronto con territorio e cittadini – commenta in proposito Monticelli – perché si portino al tavolo le motivazioni che sono dietro alle decisioni relative al piano di rientro della sanità abruzzese. Atri ha pagato un prezzo davvero alto finora e il suo ospedale è stato letteralmente smembrato. Invito pertanto D’Alfonso a raggiungerci e a darci spiegazioniu, perché non si tratta di mere scelte tecniche. Siamo politici e, come tali, possiamo trovare altre forme, altre soluzioni. Qualche battaglia va pur fatta”.
Stando alle ultime notizie, il Centro Percorso Nascita Regionale avrebbe recepito le linee guida del piano Fazio secondo il quale, per uscire dal commissariamento, l’Abruzzo dovrà razionalizzare i punti nascita negli ospedali che non superano i 500 nati l’anno.
Questa dunque la sorte del San Liberatore che, per circa 10 nascite, rimarrebbe al di sotto di questo limite, subendo la stessa sorte degli ospedali di Penne, Ortona e Sulmona.
“Non ritengo giusta quest’ennesima penalizzazione – continua il consigliere regionale – per pochissime nascite. Una situazione peraltro determinata dalle responsabilità di chi ci ha preceduto che, a differenza di quanto fatto per presidi come Sant’Omero, sebbene abbia investito in tecniche come il ‘parto indolore’ non si è mai adoperato perché si attivasse realmente e ha abbandonato a se stesso un reparto con l’obiettivo di contribuire alla chiusura dell’ospedale”.
Da qui la determinazione di Luciano Monticelli che, come sottolinea egli stesso, “per coerenza e rispetto nei confronti dei cittadini e del territorio, non abbandonerò certo questa questione, ma continuerò a battermi per la difesa di un presidio ospedaliero di primaria importanza per il comprensorio”.
Il consigliere è intenzionato a convocare un’assemblea pubblica, in programma per il 13 settembre ad Atri.
“Inviterò D’Alfonso e Paolucci a partecipare – promette in merito – e a condividere idee e spiegazioni ai cittadini, perché ci mettano al corrente non solo su ciò che pensano di fare per il punto nascita, ma più in generale su quale sarà il destino della sanità abruzzese. È un percorso lungo, ma noi amministratori abbiamo il dovere di risolvere questo problema perché questo è il ruolo politico e non possiamo solo attenerci al commissariamento. Sarebbe troppo facile. Io continuerò la mia battaglia: saremo fermi e puntuali e chiediamo perciò al presidente D’Alfonso di ridare impulso alla città di Atri”.
Ospedale Giulianova, da oggi otto nuove unità
GIULIANOVA – E’ stato particolarmente sollecito il manager della ASL di Teramo Paolo Rolleri nel dare seguito alla richiesta avanzata dal sindaco Francesco Mastromauro di potenziare l’ospedale di Giulianova, unico presidio costiero nel tratto compreso tra S. Benedetto del Tronto e Pescara.
“Come ha garantito il dott. Rolleri in una telefonata che ho ricevuto – dichiara il sindaco – dal 9 luglio, saranno operativi nel nosocomio giuliese otto nuove unità: due infermieri per il Pronto soccorso, altri due per Cardiologia e quattro operatori socio-sanitari a Medicina. Debbo rilevare la estrema cortesia usatami dal direttore generale della ASL, che ringrazio anche a nome dei cittadini, e la sollecitudine con la quale ha dato seguito alla mia richiesta, che non si basa ovviamente su una sorta di difesa campanilista del presidio ospedaliero di Giulianova ma su esigenze drammaticamente concrete. Registro quindi, e con piacere”, continua Mastromauro, “un mutamento di rotta significativo rispetto al recente passato”.
Un infarto lo uccide davanti all’ingresso del Pronto Soccorso
PESCARA – Non si sentiva molto bene, ha cercato di raggiungere a piedi il Pronto Soccorso dell’ospedale di Pescara ma non ce l’ha fatta.
Un malore ha stroncato l’esistenza di un uomo di 65 anni, morto così all’alba della giornata odierna. A due passi dall’ingresso, nei pressi della sbarra che permette l’accesso alle auto di servizio, si è accasciato al suolo. I soccorsi sono stati celeri ma inutili, non c’è stato nulla da fare. Il medico legale ha potuto solo constatare il decesso, avvenuto probabilmente a causa di un infarto. La salma è all’obitorio, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
Scoppia la caldaia della casa estiva, 85enne in ospedale
ROSETO – Destano preoccupazioni, anche se la situazione pare si stia evolvendo con esiti più positivi, le condizioni di C.V., 85enne vittima di un incidente domestico nella sua casa rosetana, dove è solita trascorrere le vacanze estive di ritorno dall’America. Stando alle prime ricostruzioni, l’anziana stava destreggiandosi con il pannello della caldaia quando si è scatenata un’esplosione che l’ha ferita sulla testa e soprattutto sul volto. Sul posto si sono poi recati i locali Vigili del Fuoco. La donna è stata ricoverata all’ospedale di Giulianova.
Ospedale di Atri, Monticelli chiede di congelare ogni decisione
ATRI – Uno “stop” in attesa del varo della nuova giunta regionale, per capire insieme al nuovo esecutivo il da farsi su un ospedale di importanza fondamentale per il territorio che non può essere ulteriormente penalizzato.
È quanto chiede Luciano Monticelli, (probabile) neo consigliere della Regione Abruzzo, al manager della Asl di Teramo Paolo Rolleri, che il politico ha incontrato proprio la settimana scorsa per discutere insieme delle problematicità legate al San Liberatore di Atri.
A solo un giorno dalle elezioni, Monticelli è tornato infatti a battersi nella difesa del nosocomio della città ducale, già oggetto di una serie di tagli e riordini nel passato per i quali l’allora sindaco di Pineto ha portato avanti numerosi ricorsi.
“Oggi torniamo a occuparcene – sottolinea Monticelli – Ho fatto visita all’ospedale e c’è forte preoccupazione. Ho chiesto pertanto a Rolleri un nuovo incontro, nel quale verificare insieme tra le mura del San Liberatore cosa succede e quanto fortemente penalizzato sia questo ospedale”.
Il riferimento è a reparti letteralmente dimezzati, come Rianimazione e Cardiologia, alla chiusura delle cucine e alla forte mancanza di personale, che mette a serio rischio situazioni di emergenza.
“Una condizione davvero difficile – continua l’ex primo cittadino pinetese – che ho portato all’attenzione di Rolleri. Di questo è già informato anche il presidente Luciano D’Alfonso, ma in mancanza di una giunta non è ancora possibile far nulla. Chiedo pertanto al manager di ‘congelare’ ogni tipo di decisione in attesa del nuovo esecutivo. Solo così potremo, insieme, capire cosa non va e ridare vita a un ospedale di primaria importanza per il territorio”.
Nel frattempo, Monticelli continua il suo lavoro in difesa dei presidi sanitari della provincia teramana. Il neo eletto alla Regione Abruzzo ha infatti già chiesto di poter fare visita anche all’ospedale di Giulianova per capire quali sono le sue criticità e portarle al tavolo della nuova giunta regionale.
Sanità, Cgil denuncia accorpamento di due reparti dell’ospedale
GIULIANOVA – Secondo la Cgil, la Asl di Teramo avrebbe intenzione di “accorpare” due reparti dell’ospedale civile di Giulianova (chirurgia ed ortopedia), al fine di recuperare personale infermieristico per garantire la fruizione delle ferie estive. “Il direttore generale aveva annunciato in campagna elettorale che avrebbe assunto 429 operatori, di cui 83 infermieri. Perche’, invece di chiudere reparti, non assume personale per permettere la fruizione delle ferie estive? La direzione aziendale vorrebbe decretare la definitiva chiusura dell’ospedale di Giulianova, contro la volonta’ dei cittadini, dei lavoratori e contro ogni logica di razionalita’ della sanita’. Sarebbe, comunque, un atto illegittimo: non puo’ arrogarsi alcuna prerogativa di tagli a nessuna struttura pubblica”, afferma Amedeo Marcattili della Cgil.ù, che invita alla mobilitazione collettiva.